DROMOI, Istituto Italiano di Cultura, Associazione Pro Arte, München, 2005
Dròmoi, parola greca che dà titolo alla installazione, ne connota anche la sua doppia valenza di “percorso” e “viaggio”.
Percorso né documentario né cronologico: Leonardi, nel suo personale linguaggio espressivo che coniuga pittura e disegno, citazione e invenzione, con materiali e supporti diversi (fibra di vetro, giornali, legno) , negli olii su carta e nelle opere tridimensionali, crea opere che come nuclei di condensazione e flagranza lasciano riaffiorare dalla memoria e dall’inconscio quelle immagini e quei personaggi che sono stati per lei nodi di emozione, momenti di crescita, occasioni di riflessione e di presa di coscienza del suo essere donna e della sua relazione col mondo. Per Leonardi infatti il rapporto con la tradizione e il repertorio figurativo classico non è puramente citazionistico: per l’artista la storia non è archeologia ma retaggio culturale reso continuamente presente dall’immanenza dell’arte.
Da un universo iconologico e iconografico in cui convivono e si rispecchiano, tra le altre, Cleopatra e l’Aurora della Cappella Medicea, la Santa Teresa in estasi e la Principessa Sissi, Virginia Woolf e Emily Dickinson, Anna Maria Ortese e Hanna Arendt, la Madonna con Bambino di Nicola Pisano e la Venere di Botticelli - declinata anche nella sua deriva fashion - e attraverso incursioni, riferimenti e slittamenti nella cultura pop, nasce un racconto/percorso che si articola attraverso una trama di ricordi, rimandi e sollecitazioni che si aggregano, interagendo e creando nuovi segni e nuovi significati, mettendo in relazione e comunicazione lo spazio della vita e quello della morte e indagando il rapporto tra memoria e contemporaneità, tra idea e materia.
Il dròmos , che introduceva ad uno spazio “altro” e trovava il suo senso dalla sacralità del luogo a cui conduceva, assume qui significato e valore autonomi, non è più solo passaggio o soglia, ma “luogo”, connotato da un linguaggio pittorico allusivo e intrigante, fatto di tracce, trasparenze e cancellazioni. Luogo dell’inconscio e dell’interiorità in cui l’artista rielaborando il repertorio formale e il patrimonio culturale classico lo “traduce” in linguaggio e tematiche assolutamente contemporanee e rivela, attraverso un processo di occultamento che ne definisce la poetica, le ragioni e le finalità del suo fare artistico.