LO SGUARDO DI ARTAUD, MEDITERRANEA, Festival intercontinentale della letteratura e delle arti, ISA, Roma 2006
"Lo sguardo di Artaud" è un'installazione polimaterica composta da 10 elementi. Può essere montata a totem (cm. 240 x70x40) o assemblata a piacere o disseminata nell'ambiente.
Attorno al nome e alla figura di Artaud si coagulano pensieri e silenzi. Il suo nome è diventato anche pretesto a stanche rielaborazioni di formule avanguardistiche.
Consapevole di questo rischio ho voluto proporre il risultato di un lavoro che dura da alcuni anni e muove da una consuetudine di ancora più lunga durata (dagli anni universitari e dalle esperienze teatrali compiute in quel periodo) con il teatro, la poesia, la scrittura di Artaud.
Ne risulta una “messa in scena” di un percorso esperienziale che si dà come uno “scavo” all'interno
della complessità dell'artista e della sua opera, originata dalla consapevolezza che, per Artaud, come per Nietzsche e Klages, la fisionomia di un volto è “allegoria di forze in azione, del loro antagonismo dinamico”, e vi si possono riscontrare i vettori che ne fanno “un geroglifico animato”, “un totem di potenza”.
E il suo sguardo-segno è una linea di forza ed una scarica di energia che nessuna gabbia riuscirà a trattenere, che anzi trae forza ed energia proprio dalla crudeltà di una condizione umana di reclusione ed impossibilità, mentre la sua carica eversiva impedisce di farne un “santino” dell'Avanguardia e luogo comune dell'emarginazione dell'artista rivoluzionario, ma al contrario mantiene intatta la vitalità di un gesto che è forma e cammino.
Antonin le fou, uomo-albero, ombra al limitare di un grande grido.