Dichiarazione di poetica
La finestra come luogo dell’anima, diaframma, soglia, confine tra me e il mondo. Protegge e proietta. Attraverso la finestra guardo il mondo, dietro la finestra mi nascondo, ma, anche, attraverso la finestra l’immagine di me è visibile al mondo. Il vetro deforma, vela, riflette, proietta all’esterno una figura che è all’interno e viceversa rende interiore il paesaggio esterno…la tenda si muove, lascia intuire un interno che è - anche - l’interiorità, attraverso la sua opaca trasparenza scherma e rivela presenze. Trame e delicati ricami filtrano ombre dense di significati nascosti e misteriosi.
Le finestre illuminate che vedo di sfuggita dal treno in corsa o che mi tengono compagnia nelle serate solitarie, dall’altro lato della strada o del cortile, sono tanti occhi attraverso cui posso gettare sguardi indiscreti sulle vite degli altri…un’immagine colta di sfuggita diventa protagonista di un racconto che – poiché dipingo - non scriverò mai…
Affiora il ricordo di un’immagine cinematografica –il cinema, grande serbatoio dell’immaginario e del mito dei nostri anni- che nella memoria diventa figura di un’emozione e che l’inconscio rielabora, modifica, ricontestualizza e restituisce in forma di pittura.
Dalla strada le finestre in facciata, diverse morfologicamente e strutturalmente tanto da identificare aree geografiche e a volte addirittura città, creano griglie geometriche - sorprendentemente simili o radicalmente differenti per necessità climatiche, ragioni architettoniche o anche culturali in senso lato – sulle quali interviene lo scarto dell’emozione che attraverso l’apparente irrazionalità di segno e colore le trasforma in materia di pittura.
Silvana Leonardi